Divertente, poetico, intenso, geniale. La magia dello spettacolo si si è conservata intatta, facendosi perfino più essenziale. E in cosa consiste questa magia? Nella capacità che dimostra Lenton di rappresentare la vita, come la sua semplicità ordinaria e allo stesso tempo la sua pregnanza simbolica. Perfettamente calati nella poetica di Lenton tutti gli attori.
Fabrizio Coscia – Il Mattino, 5 maggio 2019
Edizione meno eterea, ma dal contrasto ancor più forte fra l’iniziale allegria e quel senso diffuso di melanconia, che culmina infine in una serena meditazione sul senso della vita e della morte.
Stefano de Stefano - Corriere del Mezzogiorno, 5 maggio 2019
Quello in scena è qualcosa di diverso, di profondamente diverso da ciò che si vede solitamente a teatro. Lo spettatore non riesce a staccare un attimo lo sguardo o l’attenzione dalla scena.
Uno spettacolo dal forte impatto visivo, che trova corrispondenze con le pellicole del cinema muto e ha come riferimenti le prospettive ampie sulla miseria dell’uomo moderno della pittura di Hopper, ma anche classici della rappresentazione come “L’ultima cena” di Leonardo Da Vinci.
Teresa Mori - Il Roma, 5 maggio 2019
Tutti bravi, tutti magnetici!
Pina Stendardo - Il Monito, 5 maggio 2019
Scene vivaci, costruite da scambi di pietanze tra i commensali, sono raccontate dall’ottima mimica e bravura degli attori che evocano gag e situazioni del cinema muto, e a tratti si ascolta un frammento di una canzone pop di successo per riscaldare la serata, malinconica, triste nonostante le risate e le battute degli ospiti. Un ottimo lavoro che emoziona, da vedere e rivedere.
Maresa Galli - CulturaSpettacoli.it, maggio 2019
Un successo che si ripete, quello di Interiors. Con un linguaggio scenico ridotto all’essenziale, gli interpreti di Interiors, tutti bravissimi nella loro corale e affiatata capacità di esprimersi senza proferire alcuna battuta, restituiscono, con un’’equilibrata e calibrata armonia di gesti e sguardi, in un perfetto contrappunto di trasalimenti e fremiti, l’atroce e insondabile arcano della nostra fragilissima essenza.
Massimo Finelli - Corriere dello Spettacolo, 4 maggio 2019
La sala diventa una piccola scatola di luce che riverbera i colori, ridefinisce i contorni degli oggetti e dei ricordi, rispecchia con precisione la vita delle persone che l'abitano.
Diletta Capissi - Il Dubbio
Sette amici riuniti per condividere la notte più lunga dell'anno, in un luogo isolato, sempre più fuori sincrono gli uni con gli altri, in una danza intorno ai loro sentimenti involontariamente comica.
Adriana Pollice - Il Manifesto